I privati controllano la Giustizia?Nonostante le segnalazioni degli stessi informatici, i grandi media "ignorano" il problema. Qualcosina è apparso in recenti articoli di Giuseppe D'Avanzo ("La Repubblica") ed abbiamo assistito allo stupore di Claudio Martelli ad "Anno Zero" di fronte al "privato cittadino" Gioacchino Genchi. In realtà già da molti anni all'interno degli Uffici Giudiziari si muovono informatici "appaltati", in servizio alla stregua di pubblici dipendenti (costando il doppio), precari, invisibili e timorosi di rivelare la propria esistenza al mondo. Gestiscono informazioni riservatissime, senza alcun serio controllo nè tutela. Essi sono gli "ATU". L'evoluzione (sic!) in atto messa in opera dagli ultimi Governi sta portando la Telecom Italia (rinviata a giudizio per reati informatici) e società indagate nella tanto contestata "Why Not" ad assumere il pieno controllo dei flussi informatizzati del Ministero della Giustizia. Perchè si tace tutto questo?